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domenica 31 maggio 2015

Giro d'Italia - La tappa finale Torino-Milano [133]

Domenica 31 maggio 2015, il belga Iljo Keisse vince l'ultima tappa Torino-Milano precedendo in volata l'australiano Luke Durbridge.

Il 32enne Alberto Contador, detto "El Pistolero", ha vinto la 98esima edizione del Giro d'Italia, ed è riuscito nell'impresa senza trionfare in alcuna tappa.

Classifica generale finale:
1-Alberto Contador   88h 2225"
2-Fabio Aru                      1' 53"
3-Mikel Landa                  3' 05"



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                                                                                (fonte foto)

Alberto Contador Velasco (Madrid, 6 dicembre 1982) è un ciclista su strada spagnolo che corre per il team Tinkoff-Saxo. Soprannominato El Pistolero[2], ha caratteristiche di passista-scalatore e di cronoman[3]. È professionista dal 2003, ed è uno dei sei corridori[4] ad avere vinto tutti e tre i grandi Giri ciclistici: Giro d'Italia (nel 2008 e nel 2015), Tour de France (nel 2007 e 2009) e Vuelta a España (nel 2008, 2012 e 2014)[5].

Biografia

Nato a Pinto, una comunità autonoma di Madrid, dove la sua famiglia, preveniente da Barcarrota, si trasferì nel 1978, è il terzo di quattro fratelli (tre maschi e una femmina). Sposato con Macarena nella sua città natale, è un appassionato di caccia ed è affezionato agli animali, in particolare agli uccelli, tanto da averne di diverse specie nella sua residenza[6].
Dopo aver praticato altri sport, quali il calcio e l'atletica, Contador scopre il ciclismo all'età di 14 anni, grazie al fratello maggiore Francisco Javier. L'anno successivo inizia a correre nella formazione amatoriale Real Velo Club Portillo, dimostrando subito grandi qualità, soprattutto in salita. Nel 2000 arrivano i primi successi in diversi eventi del calendario dilettantistico spagnolo[7].

Dopo aver abbandonato gli studi della scuola di Bachillerato all'età di 16 anni per dedicarsi interamente agli allenamenti, gareggia con l'Iberdrola-Loinaz, una giovane squadra capitanata da Manolo Saiz, direttore sportivo della ONCE-Eroski. Nel 2002 si aggiudica il campionato spagnolo a cronometro Under-23, dimostrando di avere una particolare predisposizione anche per questo tipo di disciplina.
FONTE 


 

sabato 30 maggio 2015

Giro d'Italia - ARU BIS con la tappa vinta a Sestriere [132]

Sabato 30 maggio 2015, Fabio Aru conquista la seconda tappa consecutiva facendo sua anche la 20esima (e penultima) tappa del Giro d'Italia in Sestriere.

Contador perde terreno e vede Aru avvicinarsi in seconda posizione nella classifica generale.


Classifica generale:
1-Alberto Contador    84h 3' 30"
2-Fabio Aru                       2' 02"
3-Mikel Landa                   3' 14"



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                                                                                (fonte foto)

Fabio Aru (San Gavino Monreale, 3 luglio 1990) è un ciclista su strada italiano che corre per il team Astana. Professionista dal 2012, ha caratteristiche di scalatore. In carriera ha vinto tre tappe al Giro d'Italia, ottenendo il terzo posto nella classifica generale nel 2014, e due alla Vuelta a España 2014.
È il primo ciclista sardo della storia ad aver indossato la maglia rosa al Giro d'Italia[2].

Gli esordi

Nato a San Gavino Monreale, in provincia di Cagliari (ora del Medio Campidano), ma vissuto e cresciuto nella limitrofa Villacidro, Aru pratica fin da bambino molte discipline, soprattutto calcio e tennis, senza però disdegnare la bicicletta.

All'età di quindici anni abbandona gli altri sport proprio per dedicarsi più seriamente al ciclismo[3]. Dopo aver iniziato con la mountain bike, dove è riserva Juniores ai campionati del mondo in Val di Sole, si dedica in seguito al ciclocross, partecipando ai campionati nazionali, mondiali ed europei sempre nella categoria Juniores. Conseguita la maturità classica, Aru si trasferisce a Bergamo per meglio praticare la disciplina sportiva, partecipando al Giro della Lunigiana e ad altre gare su strada di categoria, prima di continuare la carriera tra gli Under-23.

2009-2012: gli anni da dilettante Under-23

Dilettante Under-23 dal 2009 nella file del team Palazzago diretto dal direttore sportivo Olivano Locatelli, Aru si mette in luce nel 2010 con piazzamenti in alcune gare del circuito europeo dedicate a dilettanti Elite/Under-23: è quinto al Giro del Belvedere, secondo nel Trofeo Gianfranco Bianchin e termina al quarto posto il Giro della Valle d'Aosta.
Nel 2011 ottiene i primi successi nella categoria, aggiudicandosi nell'arco della stagione sette vittorie, tra le quali la Bassano-Montegrappa, il Giro delle Valli Cuneesi e il Giro della Valle d'Aosta, evento del calendario europeo. Oltre ai successi, consegue piazzamenti al Girobio, in cui chiude quarto, e ai campionati italiani, dov'è secondo nella gara in linea Under-23 vinta da Matteo Trentin. A fine anno firma un contratto con il team kazako Astana, così da poter gareggiare da professionista a partire dal 1º agosto 2012[4].

Nel 2012, all'ultimo anno da dilettante, si impone nella Toscana-Terra di ciclismo, gara a tappe valida per la Coppa delle Nazioni U23. Conclude inoltre al terzo posto la Piccola Sanremo e al quarto il Gran Premio Palio del Recioto. Partecipa quindi al Girobio in cui si classifica al secondo posto finale, con un distacco di 25 secondi dallo statunitense Joseph Dombrowski. Tra giugno e luglio si piazza al quinto posto nella prova in linea Under-23 del campionato italiano, bissando poi il successo al Giro della Valle d'Aosta dove vince anche la terza tappa. Conclude così la carriera dilettantistica.

2012-2013: il debutto nel professionismo

Aru fa il suo debutto da professionista con la maglia dell'Astana il 20 agosto 2012 nella USA Pro Cycling Challenge, in Colorado, ottenendo un secondo posto nella sesta tappa dietro a Rory Sutherland. Nel 2013 conclude quarto al Giro del Trentino, e si aggiudica la classifica dei giovani. Nella stessa stagione partecipa per la prima volta al Giro d'Italia in qualità di gregario di Vincenzo Nibali. In questa edizione, dopo aver inizialmente sofferto di gastroenterite, contribuisce al successo finale del suo capitano[5]. Nella penultima tappa, la più dura e selettiva, vinta proprio da Nibali in mezzo a una bufera di neve, riesce anche a centrare il quinto posto sul traguardo delle Tre Cime di Lavaredo[6], riprendendo e staccando nel finale esperti atleti quali Michele Scarponi e Cadel Evans.

Dal 2014: il podio al Giro d'Italia

Nel 2014 partecipa ancora al Giro d'Italia come gregario, stavolta al servizio del nuovo compagno di squadra Scarponi. Tuttavia, in seguito all'infortunio di quest'ultimo nella caduta di Montecassino, che lo costringe al ritiro dopo la sedicesima tappa, Aru diventa capitano unico dell'Astana per la "Corsa rosa". In salita tiene il passo dei migliori e vince la sua prima tappa al Giro, la quindicesima, staccando il gruppo dei favoriti a 3 km dall'arrivo e tagliando così da solo il traguardo di Montecampione.[7][8][9] Al termine della diciannovesima frazione, la cronoscalata del Monte Grappa, si classifica secondo a 17 secondi dalla maglia rosa, Nairo Quintana, salendo al terzo gradino della classifica generale a 41" da Rigoberto Urán. Alla conclusione del Giro, a Trieste, riesce a confermare la terza posizione, suo primo podio nei Grandi Giri.

Sul finire dell'estate, presentatosi al via della Vuelta a España, conquista il suo secondo successo da professionista vincendo l'undicesima tappa, da Pamplona al Santuario di San Miguel de Aralar. Otto giorni dopo fa sua anche la diciottesima frazione, da A Estrada al Monte Castrove. Conclude la corsa a tappe spagnola al quinto posto finale, a 4'48" dal vincitore Alberto Contador. In considerazione dei buoni risultati ottenuti nei Giri d'Italia e di Spagna, il commissario tecnico della nazionale italiana Davide Cassani lo convoca per i campionati del mondo di Ponferrada. Dopo l'esperienza iridata, Aru corre la Milano-Torino, classificandosi quarto, e il Giro di Lombardia dove giunge nono.

Nel 2015 inizia la stagione alla Parigi-Nizza, cogliendo l'ottavo posto nella quarta tappa con arrivo in salita a Croix de Chaubouret. Partecipa poi, a fine marzo, alla Volta Ciclista a Catalunya, nella quale si classifica sesto a 27 secondi dal vincitore Richie Porte. Pur avendo saltato il Giro del Trentino a causa di un virus, in maggio prende quindi il via al Giro d'Italia come capitano dell'Astana e tra i favoriti per il successo finale.[10] Inizia il Giro con un terzo posto nella cronosquadre d'apertura, per poi classificarsi terzo sull' Abetone e quarto a Campitello Matese. Va in difficoltà nell'undicesima e nella dodicesima tappa, ma dopo una caduta che vede coinvolta la maglia rosa Alberto Contador Aru indossa per la prima volta il simbolo del primato alla corsa rosa. La cederà dopo una sola tappa nuovamente a Contador. Il 29 maggio Aru vince la sua seconda seconda tappa al Giro, nella 19ª frazione da Gravellona Toce a Cervinia, riconquistando il secondo posto della classifica generale.[11] Il giorno seguente, cala il bis vincendo la penultima frazione della corsa rosa con l'arrivo in quota a Sestriere, staccando la maglia rosa Contador di 2'2", ipotecando il secondo posto finale alle spalle dello spagnolo.[12]


FONTE 


 

mercoledì 27 maggio 2015

Finale UEFA Europa League, Dnipro-Siviglia // Storia e curiosità [131]

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La UEFA Europa League è una delle competizioni sportive organizzate dall'Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA), la seconda per prestigio dopo la Champions League. Era nota fino al 2009 come Coppa UEFA, istituita nel 1971 dalla confederazione calcistica europea. Questo torneo, a sua volta, aveva preso il posto della Coppa delle Fiere, inizialmente disputata su invito e non per diritto acquisito da rappresentative di grandi città europee che ospitavano fiere commerciali. L'UEFA ha definito la Coppa delle Fiere come antenata della successiva Coppa UEFA/Europa League; tuttavia, non essendone stata l'organizzatrice, non è mai stata riconosciuta come manifestazione ufficiale. Per tale motivo la Coppa delle Fiere non viene inclusa neppure nelle statistiche riguardanti l'Europa League.

È riservata alle formazioni classificatesi, nei rispettivi campionati nazionali, immediatamente dopo quelle aventi diritto a partecipare alla Champions League. Dal1999, in seguito all'abolizione della Coppa delle Coppe, ha inglobato anche le tradizionali partecipanti a questa competizione, ossia le vincitrici o le finaliste sconfitte delle varie coppe nazionali. Nel 2009, dopo trentotto edizioni, ne è stato modificato il format in seguito all'abolizione dell'Intertoto, dando vita all'Europa League che segue un modello più simile a quello della Champions League, allo scopo di rendere la competizione più spettacolare e maggiormente appetibile anche dal punto di vista dei diritti televisivi, nonché da parte degli sponsor.[2] Dal 2000, in luogo della scomparsa Coppa delle Coppe, la squadra vincitrice della competizione acquisisce inoltre il diritto di partecipare alla Supercoppa UEFA contro la squadra detentrice della Champions League.

Il trofeo è stato vinto finora da ventisette società diverse. Le squadre più titolate sono, in ordine cronologico, la Juventus, l'Inter, il Liverpool e il Siviglia, tutte con tre successi nella competizione. Due invece sono stati i club capaci di vincere la manifestazione per due stagioni consecutive, il Real Madrid e ancora il Siviglia.
FONTE